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‘QUALCHE MORSO’ DI ME…

Mangiare è sopravvalutato, giusto? Un morso e basta, che sarà mai?!

Tanto l’aria ha zero calorie, il caffè amaro è un pasto equilibrato e le ‘app contagrassi’ sono i nuovi oracoli di Delfi. Giorni affamati e silenzi a pancia vuota (perché la fame, si sa, rende anche un poco poeti).

La bilancia diventa un’amica invadente, sempre pronta a dire la sua. Lo specchio? Un nemico capriccioso che cambia versione ogni giorno. E il frigorifero? Un’attrazione fatale da cui stare alla larga, ma solo dopo averlo aperto 37 volte per guardarlo con disprezzo e desiderio insieme.

Nel frattempo, il mondo va avanti con le sue mangiate in compagnia (orrore!), le sue porzioni normali (ma esistono davvero?) e gli sguardi di chi ti chiede: ‘Ma perché non mangi qualcosa?’.

Già, perché? Domanda semplice, risposta complicata.

Alla fine, tra un morso mancato e un digiuno glorificato, arriva la consapevolezza: forse un morso non basta più. Forse la fame non è solo nel piatto, ma anche dentro di noi. Forse ci sarà un modo per smettere di contare le calorie e ricominciare a contare i sorrisi. Chissà, magari un giorno si tornerà pure a mangiare senza calcolatrice alla mano.

Questo blog racconta la mia vera storia di anoressia, fatta di ‘morsi di fame’ qua e là, in ordine sparso, verso il mio lieto fine

Il percorso dei miei ultimi 30 anni, nei quali – da un ‘morso e basta’ ad ‘assaggiamo anche la torta’ – ho imparato che una risata è molto più dolce della saccarina ingerita a cucchiaiate.

Certo, non e’ stato un viaggio lineare. Non è stata una favola. Anzi, a volte, sembrava più un film horror. Tuttavia, come in ogni storia che si rispetti, c’è stato un punto di svolta. E, qui, vorrei raccontarlo.

Non ci sono ricette magiche. Ci sono solo frammenti di ricordi di alti e bassi, di momenti in cui sembrava di toccare il fondo e altri in cui la luce riusciva a filtrare anche nelle giornate più buie.

L’anoressia è una compagna di vita dalla quale non ti puoi mai separare del tutto. Puoi solo imparare a conviverci in pace e – perché no – a prenderla in giro con affetto, qualche volta, con quelle risate gustose che fanno bene allo spirito e bruciano pure qualche caloria.

Ma sempre con un rispetto guardingo. 

Fino al mio lieto fine. To be continued. 

Laura 

ps: prometto di raccontarmi con un pizzico di autoironia e con ‘morsi quanto basta’.

Mi chiamo Laura Arrighi, classe 1974.

Vivo in campagna, tra Milano e la Svizzera.

Sono mamma di un meraviglioso ragazzo di 12 anni e di una splendida bambina di 7.

Mi occupo del benessere delle persone e curo con amore i miei figli, il mio compagno, la nostra casa e le nostre due tartarughe, Marti e Sapone.

Per anni, ho lavorato tra aeroporti, comunicati stampa e marketing milanese. 13 anni fa, ho scelto di fermarmi per costruire la mia famiglia.

Oggi, il mio tempo è impreziosito da piccoli gesti quotidiani, balli country e nuove consapevolezze.

E, ora, sento il desiderio di raccontare la mia vera storia di anoressia.